A Piazza Affari, le azioni vivono una spinta particolare dovuta alla debolezza dell’euro e per questo i gestori fanno alcune scommesse sul futuro.

Attualmente, l’intero mercato sta vivendo un momento di complessità e puntare esclusivamente sul fattore cambi, è pericoloso. 

Perciò, i money manager scelgono di tenere d’occhio singole imprese, specialmente quelle operative negli Stati Uniti come Saipem e Webuild.

Esiste una possibilità tutt’altro che remota che l’euro arrivi a toccare nuovi minimi dalla sua nascita. Questo, a scapito dell’azione della BCE che recentemente ha alzato i tassi ufficiali di una percentuale pari allo 0,75%. 

L’interesse vivo nella sede della Borsa di Milano è nei confronti di titoli che vantano una maggiore incidenza di ricavi in dollari. 

Questo, nonostante la valuta americana abbia avuto una rivalutazione pari al 13% sull’euro da inizio anno. Per non parlare del fatto che questa percentuale sale al 20%, se valutiamo l’arco di 24 mesi.

L’attenzione dei money manager verso singoli titoli

A causa di queste performance, gli investitori di criptomonete stanno optando per la scelta di singoli titoli, anziché classiche strategie direzionali. 

Quindi l’attenzione è suddivisa sia su dinamiche valutarie, che su strategie delle singole società con particolare attenzione al grado di copertura dei cambi.

In questo scenario, abbiamo alcuni titoli più interessanti di altri, come Saipem, menzionato dal gestore di AcomeA, Antonio Amendola.

Saipem – società operante nel settore della fornitura di servizi per il settore dell’energia e delle infrastrutture – nell’ultimo trimestre ha perso ben i ¾ del proprio valore a causa del rincaro  

delle materie prime e dei problemi delle catene globali di fornitura. 

Ma questa perdita di valore dipende anche da poco lungimiranti scelte aziendali.

Webuild Leonardo e Datalogic

Amendola è ottimista anche nei confronti di Webuild: “Il general contractor ha una rilevante componente di ricavi e progetti negli Stati Uniti con la controllata Lane, mentre la quasi totalità della sua base costi è in euro, per cui l’indebolimento della moneta unica avvantaggia il suo utile per azione”.

Per questi motivi, Amendola invita a seguire l’andamento del progetto per la linea ferroviaria ad alta velocità in Texas. La società di Pietro Salini ha avuto un appalto da svariati miliardi di dollari al fine di sviluppare le opere di ingegneria essenziali. 

Se il progetto di realizzazione andrà a buon fine, anche l’azienda italiana potrà sperare di avere nuovi appalti in terra americana.

Le aspettative sul futuro del titolo, contribuiscono ad un ridimensionamento da inizio 2022 attorno al 40%. 

Osservando però i conti dell’azienda, il primo semestre è andato bene, chiudendosi con nuove commesse per circa 8,1 miliardi di euro. 

Pensando al futuro, Webuild confida in grandi soddisfazioni soprattutto derivanti dalle infrastrutture legate all’acqua, dove occupa una posizione di leader mondiale, superando per fatturato generato all’estero, la Cina.

AcomeA vede buoni scenari futuri anche per Leonardo ed è pronta a scommettere sull’impresa, in considerazione del rinnovato interesse del tema della difesa nelle agende politiche dei governi.

Leonardo ha maturato esperienza nel campo degli elicotteri e nei sistemi radar, tramite la controllata Drs, vanta un’importante presenza negli Stati Uniti.

La società amministrata da Alessandro Profumo ha visto ricavi in crescita del 4% a chiusura del primo trimestre ed il trend si mantiene positivo.

Amendola menziona anche un altro promettente titolo, ovvero Datalogic.

La società ha patito a causa della scarsità delle componenti indispensabili nella realizzazione degli scanner e di scelte aziendali non buone nel corso degli ultimi semestri.

La debolezza dell’euro avvantaggia la domanda dei suoi prodotti, rendendola competitiva rispetto alla concorrenza nordamericana.

Considerazioni finali

Massimo Maria Gionso – consigliere delegato di Cfo Sim – considera il dollaro stabilmente forte rispetto all’euro. Questa prospettiva sarebbe particolarmente favorevole alle imprese italiane basate nell’area euro, ma che esportano i loro prodotti e servizi in Nord America. 

Alcuni esempi sono Ferrari che nel secondo trimestre ha visto un aumento delle vendite in USA per oltre il 60%, a fronte di un 4,5% dell’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa).

E poi abbiamo grandi società di lusso come Prysmian, Moncler, Diasorin, Cucinelli, Ferragamo e Pirelli, che hanno registrato un incremento delle vendite in Nord America del 40%.

Anche società minori come Fila, ElEn e Saes Getters stanno ottenendo buoni risultati. 

Ma lo scenario è in costante evoluzione e molto dipenderà dai prossimi rincari di materie prime; dalle problematiche legate alla supply chain e dalla crisi globale.

Insomma, esistono diverse variabili intervenienti che potrebbero influenzare i conti societari. E tanto dipenderà dall’abilità di queste imprese di spostare sui clienti finali, questo incremento di costi di rifornimento. Tuttavia, molti sono pronti a scommettere sull’esito positivo di queste imprese.